Una storia possibile (2)
25 ottobre
La signora Mei andava al mercato come ogni venerdì a fare la spesa per l’intera settimana. Era una vita che andava negli stessi negozi dove la conoscevano per nome e le preparavano in anticipo quello che le serviva. Quel giorno però non si sentiva molto bene. Aveva un grosso mal di testa e le bruciava la gola. Tossiva anche e non vedeva l’ora di tornare a casa. Era vedova e i figli vivevano lontano. Sapeva che si sarebbero preoccupati se avessero saputo che si fosse ammalata quindi preferì non dir loro nulla. Il giorno dopo si sentiva febbricitante e le sparì completamente il senso del gusto e dell’olfatto. Chiamò il dottore che le prescrisse del paracetamolo e del riposo. Dopo una settimana decise di andare in ospedale dove dopo una buona dose di antibiotici guarì completamente da quella che i medici chiamarono una brutta polmonite.
3 novembre
I signori Chan proprietari del negozio di frutta e verdura si ammalarono entrambi nel giro di qualche giorno. Erano molto anziani e finirono ricoverati nel giro di una settimana. Il medico di turno che li visitò prescrisse loro degli antibiotici dopo aver notato che il marito stava sviluppando una polmonite. Purtroppo l’influenza negli anziani poteva essere letale. Era strano solo che il vaccino influenzale non avesse aiutato per nulla il povero signor Chan che morì dopo un mese circa di terapia intensiva. La moglie fu dimessa invece dopo 15 giorni ma tornò all’ospedale insieme ai figli per vegliare il marito.
17 novembre
L’anestesista che aveva intubato il signor Chan sviluppò una fastidiosa congiuntivite. Sapeva che non doveva strofinarsi l’occhio ma era impossibile resistere. Continuò comunque a lavorare finché non fu costretto a letto da una brutta influenza.
30 novembre
In quei giorni l’ospedale di Wuhan era pieno di gente influenzata. Quell’anno il vaccino era stato davvero inefficace pensò il primario. Mai visto tanta gente tossire e sviluppare sindromi tanto gravi. Se fosse andata avanti così non avrebbero avuto più spazio. Iniziò a temere per le sue ferie.
10 dicembre
Il primario era stanchissino. Ancora un altro caso di polmonite intrattabile con gli antibiotici. Ancora un decesso di una persona anziana. Diede un occhio allo schema per i turni… diverse persone risultavano ammalate. Che fannulloni pensò, un pò di tosse e spariscono per settimane. Lui era ben tre giorni che si sentiva febbricitante ma non avrebbe lasciato il suo posto, questa nuova generazione era davvero troppo debole confrontata con la sua.
30 dicembre
La situazione era allo stremo. Ormai le ambulanze erano a ritmo continuo. Doversi pazienti erano in attesa nei corridoi, un stagione influenzale come questa rimarrà nella storia pensò. Era da qualche giorno che derivavano pazienti negli ospedali limitrofi poichè non c’era piú spazio nella terapia intensiva. Era stanchissimo e respirava a fatica. Diede un occhio al suo cellulare: alcuni colleghi stavano inviando lo stesso screenshot di una conversazione con un certo dottor Li. Sosteneva che ci fosse stato un nuovo outbreak di SARS… Iniziò a sudare freddo. SARS? Era scomparsa da anni, una cosa del genere era senza senso… strappò letteralmente dalle mani la lastra radiografica che un interno cercava di interpretare. Entrambi i polmoni erano bianchi… nella SARS normalmente solo uno dei due polmoni era colpito. Inoltre i decessi non erano così alti: erano morte persone per lo più anziane o con problemi di salute. No, non poteva essere la SARS. Arrabbiato, sollevò la cornetta del telefono e compose un numero. Il signor Li avrebbe ricevuto una buona lavata di capo…
Nel frattempo iniziò a far domande a un numero di pazienti: dove fossero stati, cosa avessero mangiato… casualmente molti di loro erano stati al mercato. Beh, che novità tutti vanno al mercat… si fermò a pensare. Il mercato di Wuhan è il posto meno pulito del mondo, dove si possono comprare qualsiasi tipo di animale. Anche i pipistrelli. Raccolse le informazioni su quante polmoniti anomale ci fossero state, ben 44. Sarebbe stato opportuno comunicare queste informazioni ai pezzi grossi.
31 Dicembre
Il dottor Wei osservava preoccupato i suoi pazienti. Avevano dei sintomi seri e dall’anamnesi risultavano tutti provenire dalla stessa città: Wuhan. Era chiaro che qualcosa di strano stava covando in Cina e sarebbe stato comunicato solo troppo tardi. Odiava fortemente il governo cinese. La loro ostinazione nel tenere sotto controllo tutta l’informazione poteva causare danni enormi in caso di epidemie. Era invece soddisfatto delle indagini portate avanti dal proprio paese su queste polmoniti atipiche e inorridiva pensando al giorno in cui Hong Kong sarebbe sotto il completo controllo cinese.
3 Gennaio
Il dottor Li venne ammonito come uno scolaretto. I metodi autoritari della polizia cinese non ammettevano repliche, se avesse continuato a diffondere notizie della “nuova SARS” in giro sarebbe stato incarcerato. Si scusò profondamente e promise di non rifarlo. Dovette firmare non so quanti documenti e inchinarsi non so quante volte. Gli sfuggì un colpo di tosse e iniziò a tremargli la mano quando prese la penna.
5 Gennaio
Il Professor Yongzhen aveva davanti le quasi 30 mila lettere che componevano la sequenza del patogeno causa dell’outbreak di polmoniti a Wuhan. Era estremamente soddisfatto: avevano isolato il virus, estratto il materiale genetico e sequenziato il tutto in 40 ore. Il suo team era eccezionale ed era orgoglioso di tutti loro. Non c’era dubbio che quello che aveva davanti agli occhi era un nuovo tipo di coronavirus, molto simile alla SARS ma con peculiarità tutte sue. Aveva condiviso le informazioni con alcuni suoi colleghi e quando questi gli chiesero di rendere pubblica la sequenza accettò subito. La sequenza venne caricata su NCBI, un database pubblico che permetteva di condividere informazioni di questo genere con l’intero mondo scientifico. Voleva evitare che altri gruppi facessero prima di lui e si prendessero tutti i meriti. Il giorno dopo venne a sapere da un collega americano che negli USA avevano diramato un avviso per sconsigliare i viaggi in Cina. Pensò che la questione stava diventando politica.
9 Gennaio
Il professore venne acclamato come un eroe per aver isolato, sequenziato e condiviso le informazioni il più presto possibile. L’intera comunità scientifica aveva apprezzato questo cambio di rotta della Cina rispetto ai ritardi e alle omissioni del primo outbreak di SARS del 2002. Rimarrà quindi molto sorpreso di ricevere un avviso di chiusura del laboratorio per “rettifica” di lì a poco. Il suo lavoro di ricerca venne messo in “pausa” senza nessun motivo. Non ne capiva la ragione. Iniziò a sospettare di aver rivelato qualcosa che non doveva essere comunicato. Si ricordò che a Wuhuan c’era un laboratorio che studiava i coronavirus. E se fosse…