Intervista al Coronavirus
Bloccati in casa a causa della pandemia dobbiamo trovare un modo di passare il tempo… non so perché ma mi sono immaginato una intervista al Coronavirus che mi appare con la voce e le sembianze di quel grandissimo attore che è Toni Servillo mentre interpreta Jep Gambardella.
Cominciamo.
— Salve a tutti abbiamo la fortuna di intervistare il microorganismo vivente più famoso degli ultimi tempi.
— Guardi per favore non mi parli di vivente che i vostri scienziati e filosofi ancora non si sono messi d’accordo per dire se io sia vivo o meno.
— Intendevo ancora in attività. Come preferisce essere definito?
— Mi piace essere definito “essere” perché io “sono” e questo alla fine è quello che davvero interessa a voi e pure a me.
— Va bene, va bene. Lei si chiama Coronavirus, no?
— È il mio cognome sì, direbbero alcuni di voi il mio “nome di famiglia”. Siamo una gran bella famiglia sa? Alcuni si sono talmente integrati con voi. Altri invece… beh ma anche nelle vostre famiglie avete qualcuno più esuberante no? in fondo siamo esseri semplici.
— Bene e di nome fa?
— Ah, i vostri grandi scienziati mi hanno battezzato SARS-CoV2. Che grande fantasia che hanno. Mi chiedo quanto ci abbiano messo tutti insieme a discutere per poi chiamarmi come mio fratello maggiore. Sì, quello che voi avete già incontrato qualche anno fa e che vi avrebbe dovuto mettere in allerta. Vi doveva far venire il dubbio che magari anche altri di noi avremmo potuto fare il famoso salto di specie.
— A tal proposito potrebbe chiarirci una volta per tutte da dove proviene? Se è stato fabbricato in un laboratorio o viene dagli animali.
— (Reprimendo una risatina con la mano) ma quanto mi siete simpatici! Vi ritenete onnipotenti. Avete tecnologie in grado di modificarci e usarci come armi biologiche, è vero, ma ricordate che noi ci modifichiamo da soli da miliardi di anni. In effetti mi trovavo benissimo nei pipistrelli. Mi muovevo agevolmente da individuo a individuo, infestando diverse colonie. Poi non so come, magari qualcuno di voi ha mangiato un pipistrello o un pangolino. Che ne so io che fate. Ai miei occhi siete tutti uguali! Dei grossi ammassi di cellule tutte attaccate, così succulente! Per noi siete come una mensa imbandita agli occhi di un affamato.
— (Sudando freddo) Però mi domando perché non restare nei pipistrelli. Che bisogno c’era di passare agli esseri umani.
— Beh, vede. Per noi ogni cellula è buona per replicarci, non facciamo differenza tra cellule di pipistrello, cammello o essere umano. Non siamo mica razzisti o schifettosi noi. Mi spiego meglio, ognuno di noi ha delle piccole “ancore” per legarci alla superficie delle vostre cellule. Queste ancore sono eccezionali, veramente! Non per dire eh, siamo esserini piccoli ma con abilità eccezionali. Siamo in grado di legare solo alcuni tipi di molecole nelle migliaia e migliaia di molecole che ci sono sulle cellule. Sennò poi rimarremmo appicciati a qualsiasi superficie e sarebbe un dramma. Però siccome voi siete tutti imparentati. le vostre molecole si somigliano tutte.
— Come imparentati? Noi e i pipistrelli?
— Si chiaro, che crede che l’hanno creata a partire dal nulla? Che sia stato messo sulla Terra da un essere superiore senza alcun legame con tutti gli altri esseri viventi? Uh, uh, uh ma come siete spassosi (si gira alle spalle), ma lo sentite a questo? Mo vi devo insegnare io la teoria evolutiva? Che derivate tutti da ancestori comuni? Che le vostre proteine si somigliano perché siete imparentati? Suvvia…
— Non faccia il superbo, l’abbiamo concepita noi la teoria evolutiva.
— Ecco appunto, non perdiamo questo tempo, siete tutti simili! Allora, per noi è facile adattarci a legare anche le vostre di proteine. Poi alla lunga voi stessi selezionate quelli di noi che legano meglio le vostre cellule, che si diffondono meglio e più rapidamente.
— Però che senso hanno le morti?
— Le che?
— Perché uccidete?
— Ah ma quello mica è voluto. Ci dovete scusare ma noi fino a qualche mese fa stavamo nei pipistrelli. Abbiamo bisogno di tempo per adattarci a voi come fanno alcuni della famiglia e diffonderci senza essere letali. Anche se è inevitabile che qualcuno si possa fare male.
— E di quanto tempo avete bisogno per adattarvi?
— Boh, mica è una scienza esatta. Magari qualche decina di anni, magari un centinaio, magari mai.
— Sarebbe meglio trovare un vaccino.
— (Faccia orripilata) ma quando mai? Ma non scherziamo proprio. Ma che sono queste cose. I vaccini fanno male. Ma non ve lo dicono? L’autismo fanno venire, (soffocando delle risate) anche chessò il Parkinson, l’alitosi… no queste cose servono solo ad arricchire delle aziende, mi creda, meglio usare la medicina tradizionale. Quella e l’omeopatia bastano e avanza. Ah e la vitamina C, non ve la scordate (non trattiene la risata).
— In questo momento state mettendo alle corde diversi paesi, l’Italia, l’Iran, la Spagna.
— Eh lo so, mica è colpa nostra. Voi siete estremamente socievoli. Vi abbracciate, baciate, stringete. Viaggiate dappertutto. Vivete in scatole, lavorate in altre scatole, viaggiate tutti stretti in altre scatole. Ai nostri occhi siete un unico super organismo. Bellissimo e tutto da contagiare (ha gli occhi sognanti rivolti verso l’alto con le mani allargate).
— Ma noi stiamo facendo di tutto per fermarla. Abbiamo bloccato tutto.
— (torna serio) Ah ma io ne sono certo. Voi siete la specie intelligent… (Scoppia a ridere).
— Perché ride? (mi arrabbio)
— No, scusi, davvero chiedo venia. Dovrei avere più rispetto per i pluricellulari, soprattutto per quelli senzienti. Solo che, davvero, a volte non vi capisco. Cioè io creo un focolaio in un paese, e voi? Lo chiudete ma senza controllare chi esce! Una vostra famiglia se ne è andata in giro sulla neve! Chiudete una regione. Però prima permettete la fuga a migliaia di persone che in treni super affollati mi propagherà a destra e a manca.
In alcuni paesi poi fanno come se io non esistessi, fino a che non è troppo tardi! Prima fanno manifestazioni con centinaia di donne che nelle piazze urlano: “il maschilismo uccide più del coronavirus!” e poi il giorno dopo chiudono le scuole! (ha le lacrime agli occhi). Io poi la prendo come una sfida eh. Poi se mi sfidate io contagio!
Mo oggi ne hanno fatta un’altra spettacolare. Per evitare di contagiare troppe persone hanno ridotto il numero dei treni: ma la gente deve andare comunque al lavoro! I pochi treni erano stracolmi, una manna per me! Vedete vi ho messo davanti alla scelta la borsa o la vita, non la vostra diretta eh, ma di quelli più a rischio. E non tutti hanno scelto la vita.
Nel frattempo però faccio pure cose buone eh?
— Come scusi?
— Ma si, vi ho dimostrato quanto sia ipocrita il vostro modo di vivere. La vostra cosiddetta società (fa una faccia schifata).
In due mesi ho fatto più io che tutti vostri “sforzi” decennali per inquinare meno il pianeta. Vi ho mostrato come ci siano cose che potete fare da casa, o cose che sono assolutamente superflue che però stranamente sono quelle a cui dedicate più ricchezze..
— Sta parlando degli sport?
— Eccerto.
— No aspetti c’è un limite a tutto. Lei, un virus letale, non si può permettere di criticare la nostra società che per quanto imperfetta ha permesso di mandare un uomo sulla Lun…
— Uè, uè. Non mi stuzzicare, eh! Io sono educato ma ho anche io dei limiti. Non mi faccia sbroccare, per favore.
— Ah no adesso voglio sentire. Non riesco proprio a immaginare cosa possa dire un ammasso di molecole come lei che al di fuori delle nostre cellule durerebbe si e no qualche giorno!
— Ah beh, su ammasso di molecole crollerebbe qualsiasi virus… Stefa’ l’hai voluto tu, eh? In ordine sparso: avete inquinato ogni habitat sul pianeta, messo ogni tipo di schifezza inquinante nei fiumi, nei mari, nei terreni. Si sono ritrovati pezzi di plastica negli stomaci degli animali marini, nei ghiacci polari, perfino nella fossa delle Marianne! Avete immesso nell’atmosfera milardi di tonnellate di anidride carbonica. Avete cambiato il clima e portato all’estinzione migliaia di specie. Animali, piante, insetti. Da quando siete sul pianeta siete riusciti a dimezzare la biomassa. Chiamate noi parassiti ma siete voi a consumare più di quello che il pianeta può produrre!
Bruciate gli organismi che vi danno ossigeno. Uccidete altri essere per puro divertimento. Vi fate dei trofei con le loro teste impagliate!
Per supportare il vostro numero smisurato e la vostra crescita esponenziale che sarebbe l’invidia di ogni patogeno avete schiavizzato, recluso e modificato geneticamente diverse specie. Chiamate il vostro miglior amico la degenerazione del lupo, un animale maestoso e fiero che si è corrotto fino a diventare un chihuahua.
Avete costretto la gran parte a vivere al bordo della miseria per poter permettere a una infima quantità di voi di accumulare ricchezze che non potranno mai consumare. Vi definite specie intelligente perché avete buona memoria, siete curiosi, vi piace sperimentare cose nuove. Però poi diventate schiavi delle cose che create. Diventano i vostri idoli, la vostra ragione di vita. Prendete il danaro. Avete addirittura creato studiosi che si occupano di fare teorie su un mezzo per scambiare cose. Avete reso il mezzo più importante delle cose stesse. Ma che ve ne fate quando avrete reso tutto un deserto?
Invece di usare il poco tempo che vi è concesso su questa Terra per fare qualcosa di buono, lo sprecate distruggendo e consumando.
Stia a sentire a me (mi tocca sulla gamba, cavolo!), alla fine anche io passerò. Ma forse nonostante i morti finirà che mi dovrete anche ringraziare.